Archiv / Documenti iconografici
Vai su di un livello120 documenti iconografici sull’immigrazione e la migrazione interna in Svizzera
A 8 nuovo: Oggetto/ Appendiabiti
Non ho praticamente nessun oggetto che mi ricordi le mie origini. Ero ancora una bambina quando siamo emigrati. I miei ricordi sono più emozioni che oggetti. Emozioni che si riallacciano a fatti della mia infanzia, per esempio il primo giorno di scuola, la prima comunione, la cresima o la recita teatrale, che ho sempre amato molto.
G 6: Oggetto/ Libro di ricette
Questa raccolta di ricette è stata compilata dalle mie sorelle per me, prima che partissi per la Svizzera.
C 5: Oggetto/ Spilla della mamma
Ho ereditato questa spilla da mia madre. Nel 1960, mia madre, che era rimasta in Ungheria, si è tolta la vita dopo la condanna a morte di mio fratello nel processo Imre Nagy e la sua esecuzione nel 1958. Il regime di Kàdàr le aveva impedito anche di vedere i familiari espatriati nonostante fosse gravemente ammalata.
C 2: Oggetto/ Ricamo iniziato
Quando siamo fuggiti dall’Ungheria, mia madre mi ha dato questo lavoro di ricamo nel caso mi dovessi annoiare.
C 1: Oggetto/ Tigre di peluche
La zia Ali, che ci ha ospitati subito dopo la fuga, un giorno è tornata a casa con due tigri di peluche: una per me e una per mia sorella. Questo pupazzo mi ha resa felice, perché avevo dovuto lasciare Bruno, il mio orsacchiotto, in Ungheria.
B 22: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Genitori
I miei genitori nel marzo del 1995, quando sono venuti a trovarci in Svizzera. Mio padre è fiero della sua nipotina.
B 21: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Tappezziere
In Svizzera ho trovato in poco tempo un buon lavoro. Ho avuto la fortuna di poter esercitare la professione di tappezziere che avevo imparato ad Ankara.
B 20: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Chiesa armena
Nel piccolo villaggio dell’Anatolia orientale in cui ho passato i primi nove anni di vita, c’è una vecchia chiesa armena abbandonata. Mi ricordo che spesso i contadini la usavano come granaio.
B 19: Oggetto/ Pipa
Questa pipa mi è stata regalata nel 1968 da un amico durante una manifestazione politica.
B 17: Foto/ 9 x 9 cm/ a colori/ Con un amico
Questa foto è stata scattata all’epoca in cui decisi di emigrare e stavo preparando il viaggio per l’Europa. Ero convinto che non avrei trovato alcun futuro nel mio Paese, dove mancavano strutture sociali e c’era troppa confusione politica.
B 16: Oggetto: Piatto da dolce con coperchio
Mia madre ricevette il piatto – colmo di helva – da sua madre. Così mia nonna espresse l’augurio che a sua figlia non rimanesse mai l’amaro in bocca. Siccome mia madre è morta giovane, ho ricevuto il recipiente vuoto.
B 15: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Il primo giorno in Svizzera
Dopo un lungo viaggio ero finalmente arrivata in Svizzera. Ho preferito fare il viaggio in bus invece che in aereo. Così avevo più tempo per prepararmi all’arrivo in un Paese straniero e all’incontro con il mio fidanzato che conoscevo solo tramite lettere, telefonate e foto, e che mi angosciava un po’.
B 14: Foto/ formato cartolina/ verticale/ a colori/ Passeggiata
Durante il primo anno mi sono ambientata facendo molte passeggiate. Spesso mi soffermavo nel vicino parco ad osservare gli uccelli. Mi rendeva triste non poter parlare con la gente. Talvolta c’era qualche anziano che provava a scambiare qualche parola con me, ma le mie conoscenze di tedesco non bastavano per capirlo veramente.
B 3: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ bn/ Il mio migliore amico
Il mio migliore amico e io. Indossiamo l’uniforme scolastica obbligatoria in Turchia.
A 21 nuovo: Foto/ A5/ orizzontale/ bn/ Ritratto di famiglia/
I miei genitori e i miei nove fratelli, quattro maschi e cinque sorelle. Ai tempi, a Mollens eravamo l’unica famiglia che parlava tedesco. Ci gridavano sempre: "Sales boches [luridi tedesci]".
G 15: Documento/ Passaporto con foto
Tutti mi dicevano di farmi svizzero. Ma guardatemi: sembro uno svizzero? Io sono calabrese, sono nato e cresciuto a Milano e sono fiero delle mie origini. In Svizzera sono ospite.
G 14: Documento/ Ricevute postali
Ho imparato il tedesco ai corsi serali all’istituto professionale. Non potevo permettermi corsi di tedesco costosi, anche perché aiutavo finanziariamente la mia famiglia in Italia.
G 5: Cartolina postale/ formato cartolina/ orizzontale /a colori/ Trapani
Mi ci sono voluti vent’anni per integrarmi, perché ho sempre vissuto con l’idea di mio marito di tornare un giorno in Sicilia. Dopo la sua morte ci ho provato. Mi sono stabilita nella casa che abbiamo costruito a Trapani. Ma poi sono tornata – mi sono sentita come un pesce fuor d’acqua.
G 4: Documento/ A4/ 'Quaderni Emigrazione'
"Gli stagionali: chi sono, dove lavorano, come vivono, cosa subiscono"
G 8: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Grassano (villaggio natio)
Tornerò in Italia, presto. Il mio compagno, che viene dal Friuli, ed io vogliamo stare un po’ al nord, un po’ al sud e anche in Svizzera. Ho sempre sognato di tornare al paese. E ora il mio desiderio di tanti anni forse si avvererà.
G 10: Oggetto/ Origano
Il profumo dell’origano mi ricorda la casa di mio nonno dove sono cresciuto. Noi non avevamo delle placche per cucinare ma un grande camino aperto e un forno nel quale cucinavamo il pane e le patate, speziate con aglio, origano e un po’ d’olio d’oliva.
F 22: Oggetto/ Costume tradizionale, diversi capi d’abbigliamento
Questo abbigliamento fa parte dell’antico costume tradizionale serbo. Nella famiglia di mio marito questi vestiti vengono custoditi come una sorta di tesoro di famiglia. Vengono passati da generazione in generazione, dal nonno al padre, di padre in figlio.
F 21: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Corso di tedesco
Ora si tratta di imparare il tedesco!
F 20: Oggetto/ Gusla
La gusla è uno strumento tradizionale con il quale suonavano già i miei avi. Mentre viene suonata la gusla, il musicista racconta spesso storie dei tempi passati: storie che narrano di destini di eroi, battaglie famose, lotte per la libertà e molto altro.
F 19: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ All’entrata del mio villaggio natale
Amo in modo particolare questa foto. Mi si vede all’entrata del mio villaggio natale Mojkovac. La foto risale a molti anni dalla mia partenza. Volevo far vedere a mio marito dove ho trascorso l’infanzia e la mia prima gioventù.
G 1: Oggetto/ Ferro di cavallo
Ogni volta che, in ritorno dall’Italia, svuotavo la valigia ci trovavo dentro un ferro di cavallo. Mia mamma me ne metteva sempre dentro uno di nascosto. Così oggi ne ho una quantità enorme!
F 18: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ bn/ Il club della Poesia
Il mio curricolo di studi nelle medie era di indirizzo matematico. Ma amavo anche recitare poesie e così sono entrata a far parte del Club della Poesia. Assieme al nostro insegnante ci recavamo su invito nelle località vicine a recitare poesie
G 2: Oggetto/ Macinacaffè
In Calabria questo macinino stava sempre sul tavolo di cucina. Quando sono partito me lo sono portato via, e ora si trova nella mia cucina.
G 13: Cartolina postale/ verticale/ a colori/ San Marco dei Cavoti
Solo dopo che avevo già vissuto otto anni in Svizzera ero sicuro che non sarei tornato molto presto in Italia. Questa decisione è stata un duro colpo per i miei genitori, che vivevano sempre a San Marco dei Cavoti.
G 12: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ Mio padre
Mio padre era molto autoritario. Diceva sempre: "Comandare è bello, ubbidire è sacrosanto, tu devi solo obbedire. Non chiedere perché, obbedisci e basta."
G 11: Oggetto/ Conchiglia fossilizzata
Per le ferie assieme a mia moglie e i miei due figli siamo andati spesso in Campania. In una delle nostre passeggiate nelle vicinanze del mio paese d’origine abbiamo trovato questa conchiglia fossilizzata in un campo.
B 6: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Nonni
I miei primi sette anni di vita li ho trascorsi dai miei nonni in un villaggio nei pressi di Kastamonu. I dieci anni successivi sono stata a Istanbul, poi sono venuta in Svizzera. Mio padre mi è venuta a prendere all’aeroporto. Lo avevo conosciuto soltanto durante le vacanze estive. Era proprio così come mia nonna me lo aveva sempre descritto: un uomo imponente con mani forti.
B 5: Oggetto/ Scarpe (folclore)
Con queste scarpe mi sono esibito per molti anni come danzatore folcloristico. Le ho indossate prima ad Ankara e poi a Zurigo.
B 4: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ bn/ 1a classe
Questa foto è stata scattata mentre facevo la prima elementare. Non ero mai stato fotografato prima.
A 20: Oggetto/ Molletta da pantaloni per bicicletta
Mio padre faceva i turni come operaio alla Lonza. La molletta ferma pantaloni la usava per andare al lavoro. Estate o inverno, giorno o notte, faceva la strada da Ausserberg via Baltschieder fino a Visp e ritorno sempre a piedi e in bicicletta.
A 32: Oggetto/ Chiodo da roccia
Naturalmente il sabato e la domenica non sono mai rimasto a Zurigo. Il fine settimana sono sempre andato in montagna. Ero abbastanza spericolato come scalatore: a casa nel Toggenburgo ma anche in altri luoghi della Svizzera, nel Vallese, sul Cervino – mi sono arrampicato ovunque.
A 27: Foto/ 9 x 9 cm/ verticale/ a colori/ L. con la madre
A sedici anni e mezzo sono andato via da casa. Avevo con me un cesto speciale con un lucchetto. Per questo lucchetto avevamo la chiave io e mia madre, così potevo spedire a casa la biancheria da lavare.
A 6: Foto/ A5/ verticale/ bn/ Annelis a scuola a Briga
Quando il 25 settembre 1958 siamo emigrati avevo undici anni e mezzo. Non dimenticherò mai quel giorno. Quando un immenso camion trasporta tutto quello che hai sul passo del Grimsel, non lo puoi dimenticare. In quei momenti si pensa che se ora dovesse succedere qualcosa perdiamo tutto.
D 8: Oggetto/ Ferro da stiro da viaggio
Sono partita ben equipaggiata, con una valigia di cuoio, mappetta per la corrispondenza, astuccio in pelle per il passaporto e la patente, ferro da stiro da viaggio ecc. Non volevo dare l’impressione di una sventurata proveniente dalla Germania del dopoguerra.
D 7: Documento/ Lettera di candidatura
Sono venuta in Svizzera per perfezionarmi nel settore bancario. Con la mia amica ho redatto una lettera di candidatura che abbiamo spedito a cinque banche.
D 6: Oggetto/ Vestito da bambina
Ho portato solo pochi abiti in Svizzera. Con uno di questi vestiti, un abito di cotone rosso e bianco con foulard in tinta ho confezionato più tardi vestitini per le mie figlie.
D 5: Oggetto/ Metro pieghevole
Mio padre era ingegnere del genio civile. Quand’ero bambina, lo accompagnavo spesso nei suoi giri d’ispezione sui cantieri. Ero affascinata dal suo lavoro e da grande volevo fare lo stesso mestiere. Ma il mio sogno non si è avverato. Per i miei genitori non era un lavoro per donne.
D 3: Oggetto/ Cartella di Igelit
Questa è la mia vecchia cartella. Ha un odore penetrante. L’odore della mia cartella è lo stesso della Reichsbahn, la Ferrovia di Stato, – è l’odore della DDR. L’odore è di questo materiale indistruttibile prodotto all’Est, chiamato Igelit.
D 2: Oggetto/ Kursbuch e manuale di fitologia
Prima di lasciare la Germania ho venduto o regalato pressoché tutto ciò che avevo. Nella mia futura vita non volevo avere sott’occhi le vestigia del passato. Volevo essere libera per nuove esperienze e nuove impressioni. Ho tenuto soltanto due volumi, ossia il Kursbuch n. 17 del 1969 'Donna e società' e il mio libro di testo di botanica, uno sgabello di legno e il gatto.
C 15: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ Figlio in triciclo (1977. IV. 10.)
Prima di raggiungere la Svizzera, ho trascorso con mio figlio un lungo periodo nel campo profughi di Traiskirchen, in Austria. Tutto sommato era un posto orrendo. Però ci sono stati anche momenti felici. Un giorno mio figlio ha vinto il primo premio in un concorso di pittura – un triciclo.
A 19: Oggetto/ Foulard (religione)
Quando le mucche erano tornate dall’alpe, ci dovevamo alzare già alle quattro del mattino perché alle cinque iniziava la messa. Era terribile: uscire di corsa dal calduccio in quel freddo. Questa era religione, si doveva andare in chiesa.
C 14: Oggetto/ documento/ Edelfix
La colla 'Edelfix' è stata inventata da mio padre. Nei primi tempi la vendeva porta a porta ai gioiellieri, poi la distribuzione è stata assunta dall’orefice C. Schlatter.
C 13: Oggetto/ Album fotografico/ Leporello con scarpa
Ho fatto questo album fotografico durante le lezioni di lavoro manuale, e sono mie anche le foto. Le ho scattate nel 1975, quando per la prima volta ho visitato con mia mamma e mio fratello Budapest, la città da cui i miei genitori sono fuggiti nel 1956.
F 12: Foto/ circa A5/ orizzontale/ a colori/ In montagna, secondo inverno
Il nostro secondo inverno in Svizzera.
F 11: Foto/ circa A5/ orizzontale/ bn/ 'Club dei barbuti’
All’inizio degli anni Ottanta abbiamo fondato a Cacak un club informale di discussioni: lo abbiamo chiamato 'Club dei barbuti'.
F 10: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ bn/ Genitori
Questa foto, che mostra i miei genitori, è la mia preferita. Da quando sono via da casa, l’ho sempre avuta nei miei pensieri, una notte l’ho addirittura sognata. Così, una volta che ero tornata a Cacak, l’ho portata in Svizzera.
F 9: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ La partenza
Io e mio marito siamo già sul vagone letto in direzione di Zurigo. Fuori, sul marciapiede, ci sono i nostri amici e i nostri parenti. Un’altra volta ci tocca dire addio alla Jugoslavia.
G 3: Documento/ A4/ Lettera della mamma
Una lettera di mia mamma dell’ottobre 1966: ringrazia per i soldi ricevuti e mi esorta a spedirne altri…
A 28: Oggetto/ Scatola per le matite in noce (scuola)
Per il mio maestro non è stato facile con noi ragazzi. Per noi era una tortura rimanere seduti immobili così a lungo in aula, poiché eravamo abituati alla libertà, a giocare nella natura.
A 10 nuovo: Foto/ formato cartolina / verticale/ 'Il motivo della mia permanenza a Zurigo'
Una sera, quando con un altro ticinese e il mio compagno di camera mi ero recato al ristorante 'Sonne' alla Helvetiaplatz per partecipare a una festa di motociclisti, c’era anche lei. Allora aveva diciassette anni. Era molto giovane e anche molto timida.
B 8: Oggetto/ Denaro
Per il viaggio in Svizzera ho dovuto naturalmente fare dei risparmi. Non era facile. Di questi risparmi ho conservato fino a oggi 6 dollari americani.
B 7: Oggetto/ Golfino e giacca a maglia fatti da sé
Siccome mi avevano detto che in Svizzera faceva spesso molto freddo mi sono data alla maglia prima di partire.
C 11: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ bn/ Scuola materna
Fin dall’infanzia vivo in due mondi: la Svizzera e l’Ungheria. All’asilo e a scuola parlavo tedesco; nel tempo libero, negli scout ungheresi e con i genitori ungherese.
C 10: Oggetto (documento//riproduzione)/ A4/ Lettera della madre alla nonna
Arrivata in Austria, mia madre ha consegnato a un profugo che rientrava in Ungheria questa lettera per mia nonna. Nella lettera spiega in poche righe di avere la possibilità di recarsi in Svizzera e che l’avrebbe fatto. Il giovane messaggero non ha nemmeno utilizzato una busta, ma la lettera è comunque giunta a destinazione.
C 12: Documenti/ Album fotografico/ A4/ orizzontale/ Foto d’infanzia di Dora
Le foto provengono dal lascito di mia nonna, rimasta a Budapest. I miei genitori le hanno spedito spesso foto di me e di mio fratello Bandi.
A 33 nuovo: Foto/ circa A 5/ orizzontale/ bn/ Bally
Nel mio lavoro una volta mi è successo questo: mentre stavo decorando la vetrina di una filiale, arriva il capo di lì e mi dice: "Lei, signor G., non parla bene il tedesco." Allora gli ho risposto: "Senta un po’, devo imparare il tedesco o fare bene il mio lavoro?"
B 13: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ bn/ Scuola media
Qui sono con un’amica delle medie. Chi avrebbe detto che un giorno mi sarei sposata con suo fratello?
B 12: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Matrimonio senza sposo
Ho conosciuto mio marito per corrispondenza. Siccome viveva in Svizzera e non poteva tornare in Turchia abbiamo deciso di fidanzarci e sposarci a distanza. Prima di raggiungere mio marito in Svizzera abbiamo festeggiato le imminenti nozze in famiglia.
B 11: Oggetto/ Lavoro manuale
Mi sono sempre piaciuti i lavoretti all’asilo, e ho conservato fino a oggi il mio primo “capolavoro”.
B 10: Foto/ ca. A5/ orizzontale/ bn/ 1a classe
Il mio primo anno scolastico a Zurigo: eravamo solo in tredici allievi in classe. Io ero tra i pochi stranieri.
A 11: Oggetto/ Calderone in rame con coperchio e treppiede
A casa avevamo più o meno centocinquanta recipienti in rame. Per ogni cosa, dal caffè alla polenta e al minestrone, c’era una pentola adatta. Prima di ogni grande festa dovevamo lucidare le pentole con il Sigolin. E addio partite di calcio!
A 17 nuovo: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ bn/ Foto di famiglia
Eravamo nove figli, cinque femmine e quattro maschi. Quando avevo otto, nove anni sono dovuta partire per la prima volta da casa. È stato terribile. In estate portavamo le mucche sul Sempione e per strada mi hanno lasciata da una donna aveva bisogno di un piccolo pastore.
A 22 nuovo: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ Matrimonio
A Döttingen il 1° maggio organizzavano sempre una festa danzante nel salone dell’Hotel Bahnhof. Ero in giro con alcuni amici ed ero l’unico che non aveva il coraggio di invitare una ragazza a ballare. Poi, alla scelta del cavaliere da parte delle dame, è stata lei che mi ha invitato – e alla fine ci siamo sposati.
A 12: Oggetto/ Scatola dipinta
Quando sono partito per Zurigo, avevo con me una valigia, una di quelle marroni di cartone. Dentro c’era qualche vestito, libri, il mio certificato professionale, un salametto e questa scatola, sulla quale avevo dipinto il mio paese. Nella scatola tenevo il ciclamino, le foto di casa e l’acqua di colonia che avevo ricevuto in regalo dalla mia prima fiamma.
A 30: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ Gendarme
All’inizio di ottobre del 1954 ho preso servizio a Zurigo. Ho dovuto presentarmi all’Amtshaus 1 [stabile amministrativo comunale], alla centrale di polizia. Quel giorno sono entrati in servizio circa cinquanta uomini, tutti tra i ventidue e i trenta anni, provenienti da tutte le parti della Svizzera.
F 5: Foto/ formato cartolina/ verticale/ a colori/ Cascate del Reno
Nei primi mesi in Svizzera ho viaggiato molto durante i fine settimana per visitare le attrazioni principali: qui mi trovo con un amico alle cascate del Reno.
F 4: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ bn/ Compleanno della figlia maggiore a Licki Osik (Croazia)
Alla fine degli anni cinquanta mi sono candidato con successo in un’impresa militare nella regione di Lika in Croazia. Mia moglie e i miei figli mi hanno raggiunto solo quando ebbi superato il periodo di prova. Dopo abbiamo festeggiato il primo compleanno della figlia maggiore nella nuova casa in grande stile.
F 3: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ M. con un amico, 1947
Questa foto risale al periodo in cui mi trovavo a Novi Sad in cerca di lavoro. Avevo diciotto anni.
F 1: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ bn/ Foto delle nozze dei genitori
I miei genitori si sono sposati nel 1927. Due anni dopo sono nato a Bela Crkva. I primi tre anni li ho trascorsi in un appartamento statale con mio padre Gvozden e mia mamma Jovanka, la nonna Milica, il fratello Miodrag e mia sorella Radmila.
F 2: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ bn/ Foto di classe
Ho frequentato la quarta classe della scuola elementare a Novi Zednik assieme ad altri quaranta bambini.
E 5: Oggetto/ Calze di lana
Nella mia immaginazione la Svizzera con le sue Alpi era un Paese freddo, con inverni lunghi e gelidi. Per questo ho messo in valigia quasi soltanto vestiti caldi, come queste calze di lana.
E 3: Oggetto/ Un paio di scarpe nere
Avevo intenzione di andare a trovare mio fratello in Kosova. Volevo regalargli queste scarpe. La guerra mi ha fatto ritardare la partenza – e mio fratello ha dovuto scappare a piedi nudi.
A 25: Oggetto / Forma per formaggio
Quand’ero bambino, non esistevano ancora assegni familiari, l’aiuto ai montanari o sussidi per i contadini di montagna, e nemmeno l’assistenza sociale. Dovevamo cavarcela da soli.
A 1 nuovo: Foto/ formato cartolina / orizzontale / bn/ A 19 anni con il nonno (1954)
Come entrambi i miei bisnonni, mio nonno era macchinista ferroviere. Voleva che qualcuno in famiglia continuasse gli studi. Così mi ha pagato gli studi e ha anche scelto la facoltà. Con il tempo mi sono reso conto che non era la 'facoltà dei miei sogni'. Ho comunque terminato gli studi al Politecnico di Zurigo come ingegnere elettrico, ma non ho mai praticato la professione.
A 4: Oggetto/ Serie foto ricordo di Locarno
Prima di quel 14 luglio 1956, quando nel pomeriggio sono arrivata con il treno da Locarno alla stazione centrale, non ero mai stata a Zurigo. A casa non ci sono stati grandi addii, perché mi ero ripromessa di tornare ogni due o tre settimane.
A 14 nuovo: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ Edda con il fratello a Poschiavo
A sedici anni sono andata via da casa per la prima volta. Frequentavo la scuola femminile a Coira. Avevo sempre una terribile nostalgia, soprattutto della famiglia.
D 1: Documento/ Annuncio
Nella 'Mitteldeutsche Zeitung', che un tempo si chiamava 'Die Freiheit' ed era l’organo del Partito SED, ho letto quest’annuncio di lavoro che mi ha entusiasmata. Mi sono candidata. Mi sono detta, provarci non costa niente. E ha funzionato. Così sono arrivata a in Svizzera, anche se non a Lucerna ma ad Aarau.
D 4: Oggetto/ Astuccio di pelle con penna stilografica
Quest’astuccio è un regalo di mio fratello per il mio compleanno, quando era in Russia in guerra. Io allora andavo a scuola. L’astuccio l’ha fatto lui ritagliando il sacchetto di pelle in cui teneva la sua piastrina di riconoscimento e ricucendo i vari pezzi.
A 23: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ Isenthal
Dopo la scuola, nell’inverno 1944/45 ho lavorato come bracciante agricolo a 1600 metri d’altezza. La mia paga mensile era di trenta franchi. I soldi li consegnavo a casa. Dato che a Isenthal non ho trovato lavoro, nell’autunno del 1945 mi sono recato a Altdorf, dove ho lavorato come fattorino per una panetteria. Il mio salario: ottanta franchi al mese.
G 7: Cartolina postale/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Casa
In questa cartolina illustrata si vede la casa dove ho abitato fino ai miei vent’anni. Si vedono le finestre dell’appartamento delle due sarte che vivevano nella stessa casa. Ho passato molto tempo da loro a giocare con bottoni, passamaneria e fili colorati.
F 7: Foto/ 8 x 8 cm/ verticale/ a colori/ Padre con i cavalli
Non ho mai interrotto i contatti con la mia terra e con la famiglia. I miei familiari vivevano in campagna e avevano tutto, tranne soldi. A tutti ho dato una mano di tanto in tanto. Per il mio vecchio padre ho fatto di più – ogni mese gli spedivo una piccola somma.
F 6: Foto/ 8 x 6 cm/ orizzontale/ bn/ Foto d’infanzia
Da bambino ero irrequieto e curioso. Sognavo di conoscere e scoprire il mondo. Appena mi si è presentata l’occasione di andarmene, l’ho colta al volo. Sono partito più per curiosità che per necessità.
F 8: Cartolina/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Sarajevo
Per me è escluso il ritorno – anche quando smetterò di lavorare. Nella mia terra sono cambiate molte, troppe cose, e non è più la stessa terra che mi stava tanto a cuore.
E 2: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Davanti alla caserma
La prima foto della mia vita mi è stata scattata dopo il congedo dal servizio militare a Sarajevo. Appena uscito dalla caserma un uomo mi ha detto: "Si fermi! Vorrei fotografarla." Ho avuto paura poiché pensavo che il fotografo fosse un provocatore che voleva utilizzare la foto per qualche fine losco.
E 1: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Famiglia
Ho solo poche foto in cui sono ripreso con mia moglie e i due figli. Infatti vivo da più di vent’anni in Svizzera, mentre la mia famiglia sta tuttora in Kosova.
C 9: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ Madre
Mia madre è fuggita in Svizzera passando dall’Austria nel 1956 a diciott’anni, fresca di maturità. A causa della sua origine borghese – il padre ufficiale, il nonno giudice – non le era concesso di studiare. Quando è passato suo cugino con i genitori per salutare, mia madre ha deciso di punto in bianco di partire con loro.
C 7: Oggetto (documento/ riproduzione)/ Diario 'Madre'
Annotazione nel diario di mia madre di mercoledì, 24 ottobre 1956: "La mattina mentre stavo andando in piscina ... la RIVOLUZIONE! Un rumore pazzesco di carri armati e colpi di fucile. Tutti i tram e autobus fermi, i negozi chiusi. (...)"
A 7: Oggetto/ Foto di 'Ernen' (luogo d’origine della madre e della nonna di Annelis) con cornice
Un giorno si è deciso: "Allora emigriamo!". Si parlava del Canada. Mia madre è stata felice che alla fine la nostra meta è stata la Turgovia, anche se per lei la Turgovia è sempre stata "all’estero". Non siamo mai più tornate a Briga. Di tanto in tanto andavamo a Ernen, dove viveva mia nonna ed era cresciuta mia madre.
A 9: Documento/ A4/ verticale/ 'Riconoscimento ai migliori apprendisti’
A diciotto anni ho terminato il tirocinio in banca. Avrei voluto continuare gli studi, ma mio padre mi ha detto: "Tu sei il primo, anche gli altri vogliono imparare qualcosa." Dopo l’apprendistato sono andato a Zurigo, per imparare la lingua.
A 15 nuovo: Documento/ 5,5 x 7 cm/ verticale/ Inserzione
Ho lavorato per dieci anni in un ristorante a Schwamendingen, spesso fino a sedici ore al giorno. A casa avevo tre figli da accudire. Sono stati tempi molto duri. Quando avevo già quarantacinque anni ho fatto la scuola alberghiera e ho rilevato il ristorante Letzi nel quartiere 6. Per fortuna i gemelli erano già quasi indipendenti, così ho potuto riprendere un po’ di fiato.
A 13: Oggetto/ foto con cornice / circa A4 / Meride nel 1909
Questo è il nostro negozietto. Nella foto si riconoscono mio padre e mio nonno – io ai tempi non ero ancora nato. Oggi la piazza davanti al negozio è ancora tale quale.
A 16 nuovo: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ Ritratto, 1950, 'La giovane Luise'
La prima 'vera' partenza da Ausserberg è stata quando sono andata da Visp a Neuchâtel. Una conoscente mi aveva trovato un lavoro. Mi disse: "Avrei trovato un buon posto te. La famiglia ha una brasserie, andiamo a presentarci." La signora aveva circa sessant’anni e viveva in una casa signorile. Alla fine mi chiese: "Sai cucinare?" Spudoratamente le risposi di sì anche se non ne avevo la più pallida idea.
B 9: Foto/ formato cartolina/ verticale/ a colori/ Uniforme scolastica
Quando avevo undici anni, i miei genitori sono tornati con noi bambini in Turchia. All’inizio mi sono sentita molto spaesata. Parlavo poco il turco e per andare a scuola dovevo mettermi un’uniforme.
A 24: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ bn/ 7 fratelli con il padre in uniforme
Avevo sette fratelli e due sorelle. Noi ragazzi dormivamo in due o tre in un letto. Come giaciglio non avevamo un materasso ma un sacco pieno di fogliame di faggio secco.
A 2: Foto/ formato cartolina / verticale/ bn/ Prima comunione (religione)
Fin dall’infanzia, la Chiesa cattolica ha avuto un ruolo molto importante nella mia vita. Ancora oggi sono attiva in parrocchia.
G 9: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ Mamma con quattro figli
Mia madre, i miei fratelli ed io. Mio padre non c’è nella foto, perché viveva e lavorava in Svizzera.
A 3: Foto/ formato cartolina / orizzontale/ bn/ Marito, diadema, Ballo Dolder, 7.12.1959
Mentre il treno si stava mettendo in movimento in direzione Ticino, un giovane si è seduto nel nostro scompartimento. La mia amica ha subito iniziato a chiacchierare con lui, mentre io non l’ho badato, preferivo guardare fuori dal finestrino. Ho sentito solamente che era ticinese e stava per diplomarsi al Poli. Quando siamo arrivati a Bellinzona, ci ha promesso che per il viaggio di ritorno a Zurigo la domenica sera ci avrebbe tenuto un posto a sedere. Ecco l’innocente inizio di una storia d’amore e di vita.
A 5: Oggetto/ Fettuccia con il nome
La prima volta che sono arrivata a Zurigo parlavo già tedesco. Lo avevo imparato prima del tirocinio di commercio, al collegio di S. Ursula a Briga.
A 31: Foto/ circa A 5 / verticale/ bn/ Conduttori
Quando lavoravo in Posta a Basilea, mi sono detto: "Non può essere questo il mio lavoro per sempre." Così ho svolto il tirocinio come conduttore presso le ferrovie. Quando ho conosciuto mia moglie, ho capito che anche questo non era il mestiere per me: non volevo trovarmi ogni giorno in un altro posto. Poi ho sentito che a Zurigo cercavano poliziotti.
A 26: Cartolina illustrata/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Stabio
Sono cresciuto in una famiglia povera a Stabio. Mio padre era contadino. Io e i miei tre fratelli abbiamo dovuto emigrare. A sedici anni e mezzo sono arrivato a Zurigo, qui ho fatto un apprendistato e qui vivo ancora oggi. Non avevo altra scelta che andare a Zurigo. Lino A., nato nel 1920, proveniente da Stabio, Cantone Ticino/Svizzera
E 4: Oggetto/ Tre berretti di feltro bianchi
Il berretto di feltro bianco 'plisi' fa parte del costume tradizionale albanese. Gli uomini però lo portano anche nella vita quotidiana. Nella mia famiglia questo copricapo viene trasmesso di generazione in generazione: da mio nonno a mio padre e ora a me.
B 18: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Con amici
Inizialmente non sapevo una parola di tedesco e quindi era difficile allacciare contatti con le persone. Col tempo però mi sono fatto numerosi amici svizzeri.
B 2: Cartolina postale/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Nazilli
Nazilli è il capoluogo della mia regione d’origine. Me ne sono andato da questa regione nel 1996 perché non volevo fare il militare. Io voglio vivere in pace, non essere ucciso e non essere costretto a uccidere i miei compaesani.
B 1: Foto/ formato cartolina/ orizzontale/ a colori/ Cortile della casa paterna
Il cortile della casa paterna, dove da bambino giocavo con i fratelli e gli amici.
A 29 nuovo: Oggetto/ Arnese di legno per legare oggetti (con fune)
Questo arnese di legno serve a legare qualcosa con una corda. Io l’ho portato dal Vallese, perché può sempre tornare utile: per esempio, per trasportare il fieno – e molte altre cose.
F 17: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ S. a Belgrado, 1970
A nove anni ho visitato per la prima volta Belgrado – grazie a mio zio, che quando era possibile mi portava con sé nei suoi viaggi. In questa foto sono ritratta sull’Avala, il monte che sovrasta Belgrado e popolare meta turistica.
F 16: Foto/ formato cartolina/ orizzontale / bn/ Auto
A diciotto anni ho comperato la mia prima auto, una VW 1600 Coupé.
A 18: Oggetto/ Scatola delle tessere, 17mo secolo
Le scatole delle tessere si utilizzavano un tempo al villaggio per determinare chi, quando e quanta acqua poteva utilizzare per irrigare. L’acqua veniva addotta nel nostro villaggio da molto lontano, dalla Baltschiedertal, con dei canali e distribuita durante determinati giorni alle diverse famiglie. Per questo motivo ogni famiglia possedeva una “tesselschachtel”: vi era inciso quanta acqua era concessa alla famiglia e in quale giorno.
F 15: Foto/ 9 x 7cm/ orizzontale/ bn/ Strada
La 'mia' strada a Cacak, si chiama 'Via Dr. Misevic'. La casa della mia famiglia è quella a destra nella foto.
F 14: Foto/ formato cartolina/ verticale/ bn/ Genitori con Zoran
Dato che ero figlio unico e mia madre è morta presto, era molto importante per me sapere cosa ne pensasse mio padre del mio proposito di partire. Lui però non si è mai espresso – anche se insistevo. Mi ha fatto capire che si trattava di una decisione che dovevo prendere da solo.
F 13: Foto/ 13 x 9 cm/ orizzontale/ bn/ Nonni
I miei nonni materni, il nonno Radic e nonna Marta. Mio nonno era un patriarca molto stimato nel villaggio. Suonava meravigliosamente la gusla, suonava e cantava canzoni popolari serbe.
C 6: Oggetto/ Coperta patchwork
Nelle scuole svizzere i bambini facevano coperte a maglia per noi rifugiati ungheresi. Io ho ricevuto questa coperta nel 1956. A casa nostra è stato molto usata e apprezzata.
C 8: Oggetto (documento/ riproduzione)/ Piano di fuga del padre
Questo è il piano della fuga di mio padre e di due suoi amici nel gennaio del 1957 nella vicina Jugoslavia.